sabato 23 marzo 2013

Tra sogno e responsabilità

Il 22 marzo, alle ore 17:00, viene convocato Bersani presso il Quirinale per il mandato "esplorativo" per verificare la possibilità di formare un governo ricevendo la fiducia in entrambi i rami del parlamento.
Qualche giorno fa avevo postato, col titolo "Il coraggio dello smacchiatore", una riflessione ed un auspicio per la formazione del governo. Questo auspicio, almeno in questa prima fase, non si è concretizzato. 
Bersani ha deciso di tentare la formazione del governo direttamente senza provare a sparigliare da subito il tavolo di discussione con un nome fuori dagli schemi. Evenienza che poteva realmente scalfire la solidità del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle. Per lo meno avrebbe insinuato nell'elettorato dei Pentastellati il dubbio che la loro posizione sia di puro ostracismo. Una posizione, quella del movimento, ritenuta già sterile e poco comprensibile all'elettore medio, soprattutto se proveniente dal centrosinistra.
Si è scelta la strada più difficile, quella di sfondare il muro del no. A questo proposito va fatta una riflessione. Se l'elettore del Movimento 5 Stelle avesse voluto votare Bersani lo avrebbe già fatto durante le elezioni. Andare a proporre ora quella stessa "minestra" che hanno rifiutato durante l'elezioni non ha molto senso. Avrebbe avuto, invece, senso proporre un nome fuori dagli apparati, sostenuto dal programma degli 8 punti. Avrebbe dovuto, inoltre, chiarire che il PD avrebbe rinunciato al rimborso elettorale. Poteva  proporre contestualmente un disegno di legge sui partiti e sui movimenti. A questo proposito, basterebbe chiedere a meno di un terzo dei partecipanti alle ultime primarie del centrosinistra un contributo di 50 euro (in 5 anni) per ottenere lo stesso importo del rimborso elettorale. Non un grande sforzo. Ma per fare questo serve credibilità e morigeratezza. L'impressione è che ci siano sacche di spreco e qualche ombra. Ci sono molte fondazioni finanziate dal partito che non hanno molta trasparenza di bilancio.
La sfida ormai è lanciata e mi auguro, per il bene dell'Italia, che questo tentativo vada in porto ma non a qualunque prezzo.
No al prezzo di un'alleanza con il PDL!
No al prezzo di una riedizione del governo Monti!
No al prezzo di non rinnovare!


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