sabato 13 aprile 2013

Guardare l'Italia da lontano

Il servizio di leva non l'ho fatto. Prima ho rimandato la partenza grazie agli studi universitari. Poi, in conseguenza degli eventi alluvionali del maggio 1998, che colpirono, tra gli altri, i comuni di Sarno, Quindici, Bracigliano e San Felice a Cancello (il mio), ne fui esonerato. Ecco, io non ho fatto il "militare". Sarebbe stato definitivamente abolito il 1 gennaio 2005. 
Quanti di noi hanno ascoltato quelli che ritenevano il "servizio militare" un periodo importante per la formazione di un uomo? Era il primo distacco dal nucleo materno e le prime responsabilità. Si diceva che quell'anno avrebbe formato l'uomo che ognuno di noi sarebbe diventato. 
Perché ho iniziato questo post con questa nota di carattere autobiografico-storico? Perché  guardo l'Italia di oggi, ci vivo, la vedo votare, lavorare e mi sento perso. Mi sento lontano. 
Ho viaggiato molto. Più di una volta mi è capitato di pensare di andare via dall'Italia e costruire il mio futuro lontano. Un pensiero che, anche ora che diventerò padre, non mi ha abbandonato. Quando sei lontano e vedi l'Italia da continenti e culture profondamente diverse, ti accorgi di quanto abbiamo e di quello che ci perdiamo.
Ecco, per tornare alle premesse di questo Post, riterrei necessario sostituire il servizio di leva obbligatorio con il confino extra nazionale obbligatorio. Un anno lontano dall'Italia, ma vedendo e leggendo dell'Italia attraverso lo sguardo di chi vive in quei paesi. Ad esempio, vivere un anno in uno dei paesi del nord Europa dove la tassazione è ai livelli della nostra ma, grazie anche alla quasi totale assenza di evasione, i cittadini ricevono in cambio servizi straordinari.
Ho avuto la fortuna di poter viaggiare. Ho conosciuto continenti e culture lontane. Mi sono innamorato dell'Oriente e delle sue usanze, delle sue religioni, del modo di vivere delle sue genti. 
Ho provato vergogna quando, fuori dai confini nazionali, le persone mi sorridevano conoscendo della mia provenienza. Eravamo famosi per Leonardo Da Vinci, per Dante, per Brunelleschi e anche, molto più modestamente, per il calcio. Ora siamo famosi per la degenerazione della nostra classe dirigente. Siamo famosi per l'evasione fiscale fuori controllo. Siamo famosi per "Berlusconi, eh eh!".
Ecco, tutti dobbiamo provare questa mortificazione. Soprattutto quegli elettori chiusi nei propri egoismi che votano ancora per Berlusconi. 
Ho la sensazione di essere imprigionato in un incubo da 20 anni. 
Spero di svegliarmi quanto prima, soprattutto perché fra pochi mesi avrò la responsabilità di un'altra vita. 
Aiutiamoci a riscattare il nostro futuro!

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